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lunedì 24 febbraio 2014

Libertà per gli Stati membri dell'UE di limitare o vietare la coltivazione di OGM sul loro territorio

La norma è sicuramente auspicabile, ma prima di applicarla è necessario introdurre una ulteriore norma che preveda l’etichettatura dei derivati ottenuti dall’allevamento di animali nutriti con mangimi OGM (carne, latte, uova, ecc.), altrimenti è una legge destinata a cadere dopo pochi anni, a causa delle previste lamentele degli agricoltori dei Paesi dove è vietato coltivare OGM, che si vedrebbero sommersi da “mangimi OGM” provenienti da altri Paesi UE che ne hanno consentito la coltivazione.


L’emanazione di questa norma, ovvero dare la possibilità agli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di OGM sul loro territorio

nasce soprattutto dalle seguenti considerazioni;


1.                  è necessario rispettare i divieti imposti dagli Stati membri e dalle regioni appartenenti alle reti "senza OGM", in quanto queste ultime, in un contesto di mercato trasparente per il consumatore, non devono essere esposte ad un vuoto giuridico;


2.                  numerosi enti regionali e locali si sono dichiarati contrari alle colture geneticamente modificate sul proprio territorio, proclamandosi "zone senza OGM" e costituendosi in rete;


3.                  le misure che saranno introdotte non devono ostacolare l'immissione in commercio e l'importazione di OGM e devono essere conformi ai Trattati e coerenti con gli obblighi internazionali dell'UE, in particolare con quelli a livello dell'Organizzazione mondiale del commercio;




Si  evidenziano comunque le seguenti problematiche, che si considerano preliminari alla modifica della direttiva 2001/18/CE per quanto concerne la possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di OGM sul loro territorio. In particolare:


1.      Si ritiene insufficiente l'attuale sistema di etichettatura dei prodotti derivati dall'utilizzazione di OGM, soprattutto per quanto attiene ai prodotti dell'allevamento animale. In particolare, la gran parte dei prodotti delle attuali coltivazioni OGM sono destinati all'allevamento animale, per cui si trasformano in alimenti destinati al consumo per l'uomo solo successivamente alla trasformazione (ad esempio carne, latte, uova) e, pertanto, stante l'attuale normativa, riescono a sottrarsi all'etichettatura. In tale situazione viene meno la possibilità di scelta del fruitore del prodotto finale, il quale, anche se contrario, consuma inconsapevolmente OGM attraverso l'acquisto e/o il consumo dei prodotti ottenuti dalla loro trasformazione;

 

2.      nei paesi in cui esistono prodotti la cui tipicità o origine protetta è motivo di vanto nazionale, e di valore aggiunto, l'identificazione chiara dei prodotti derivati da mangimi OGM e non OGM porterebbe alla creazione di due distinti mercati dei derivati, con possibili vantaggi economici per coloro che non utilizzano OGM;

 

4.      nel caso in cui non ci sia etichettatura dei derivati, con ogni probabilità gli animali saranno nutriti massicciamente con mangimi OGM (hanno un costo leggermente inferiore), per cui si determineranno situazioni economiche decisamente diverse per gli Stati che opteranno per la loro coltivazione e per quelli che, invece, decideranno di non coltivarli. In particolare, il costo di produzione dei prodotti dell'allevamento (carne, latte, uova, ecc.) sarà presumibilmente inferiore per quelle realtà, e per quegli Stati,  che decideranno di optare per il transgenico, per cui essi saranno sicuramente più competitivi sul mercato rispetto agli Stati che avranno optato per la non coltivazione degli OGM.

 

5.      questa situazione determinerà una sorta di concorrenza sleale per lo stesso prodotto (carne, uova, latte, formaggi, ecc.) tra gli Stati che opteranno per il transgenico e per quelli che, invece, decideranno di non coltivarli;

 

6.      E’ forse inutile far presente che in una situazione di questo tipo ben presto, dopo pochi anni, anche gli agricoltori che non volevano utilizzare gli OGM saranno costretti dal mercato a farlo, poiché opereranno in un mercato in cui c’è asimmetria informativa ed esiste un unico prezzo tra “Derivati OGM” e “Derivati non OGM”;


In conclusione, prima di introdurre questa norma è necessario creare un mercato trasparente in merito a ciò che è OGM e ciò che è "derivato da OGM", al fine di consentire al consumatore una scelta trasparente e al fine di non creare una concorrenza basata su cattive informazioni di mercato per gli agricoltori che gli OGM non li vogliono utilizzare.